Comportamento alimentare
I disturbi del comportamento alimentare più diffusi sono anoressia (drastica riduzione o interruzione della consueta alimentazione, rifiuto di assumere cibo), bulimia nervosa (ingestione di grandi quantità di cibo in un tempo ristretto, sensazione di non poter controllare il proprio comportamento, seguita nella maggior parte dei casi, da condotte compensatorie come vomito o ingestione di lassativi o diuretici), binge eating (abbuffate di cibo, in assenza di comportamenti compensatori). Annovero in questo contesto anche il sempre più frequente fenomeno denominato binge drinking (abbuffata alcolica). Di base c’è un’alterazione delle abitudini alimentari e il pensiero è costantemente rivolto al peso e alle forme corporee. Questi disturbi si sviluppano per la maggior parte durante l’adolescenza, più frequentemente nelle donne, anche se si riscontra un considerevole aumento negli uomini. Negli ultimi anni è stato rilevato un preoccupante esordio in età precoce, preadolescenziale. Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l’alterazione della propria immagine corporea, che può giungere a configurarsi in un vero e proprio disturbo. La percezione che la persona ha del proprio aspetto, ovvero il modo in cui nella sua mente si è formata l’idea del suo corpo e delle sue forme, sembra influenzare la sua vita più della propria immagine reale.
Inoltre, sempre più impattante diventa la gestione dell’alimentazione dei bambini: dai dati degli ultimi anni emerge un preoccupante aumento di obesità infantile. Il mio lavoro in questo senso è indirizzato ai genitori, con i quali costruire delle strategie per il monitoraggio e l’organizzazione di un piano alimentare sostenibile per i bimbi.
Oltre ai disturbi alimentari, mi occupo della gestione del comportamento alimentare, relativamente all’aderenza ad un prospetto nutrizionale, dettato, ad esempio, da patologie quali cardiopatie, celiachia, diabete. Trovare strategie per l’accettazione e l’aderenza al piano risulta infatti di rilevante importanza in questi casi. Infine, il mio lavoro si rivolge a quella che generalmente viene definita fame nervosa, dove l’aspetto preponderante negli attacchi di fame improvvisi è costituito da emotività incontrollata, o non adeguatamente gestita.